Il vecchio continente occupa solo il 5% delle terre emerse ma è una vera e propria “miniera” di biodiversità, grazie alla sua conformazione infatti sono presenti diversi ambienti naturali: dal circolo polare artico fino alle coste del Mediterraneo. Ad essere precisi, le regioni biogeografiche sono 9: Boreale, Atlantica, Continentale, Alpina, Pannonica, Steppe, Mar Nero, Mediterranea e Macaronesia. Ognuna di queste zone si contraddistingue per vegetazione, clima, caratteristiche topografiche e geologiche.
Patrimoni da tutelare
Questo patrimonio di biodiversità è una risorsa che va protetta e trasmessa alle generazioni che verranno. Oggi purtroppo in Europa quasi la metà dei mammiferi e un terzo di rettili, pesci e uccelli sono in pericolo. Da cosa dipende? Beh, sicuramente la costruzione di grandi infrastrutture, l’agricoltura intensiva, la crescita delle aree urbane e i cambiamenti climatici non hanno aiutato a preservare gli ambienti naturali per la sopravvivenza di piante e animali.
L’Europa ha avviato per questo una serie di misure che servono a tutelare e prevenire la perdita di biodiversità. La legislazione comunitaria ha infatti aiutato la creazione di una rete di collaborazione tra i paesi per difendere la natura. La logica alla base delle misure attuate è che in natura non esistono confini, il Danubio ad esempio attraversa diverse nazioni e l’inquinamento in un’area impatta non solo in quella zona ma in tutte le nazioni che vengono toccate dal fiume.
Cosa fare dunque per tutelare la biodiversità?
Unire gli sforzi e aggregare le risorse è sicuramente la soluzione più efficace.
Per questo è nata una rete di siti protetti che si chiama Natura 2000. Ad oggi la rete conta oltre 25.000 siti che coprono un quinto delle terre Europee e buona parte del mare circostante. Il principio fondante di Natura 2000 consiste nella compresenza delle attività umane nelle aree protette, questo perché l’idea è che la collaborazione tra la natura e l’uomo sia proficua.
Obiettivo della rete è infatti definire dei parametri che consentano di esercitare attività economiche invece di impedirle. Per questo nelle aree protette vengono oggi apportate piccole modifiche per renderle compatibili con la tutela degli habitat naturali esistenti.
Come fa l’Unione Europea a valutare i risultati della rete di protezione?
Chiaramente la collaborazione degli stati membri è fondamentale. Ogni sei anni vengono comunicati alla Commissione lo stato di conservazione degli habitat e le misure attuate per la protezione degli stessi.
In questo modo non solo si valutano i successi della rete Natura 2000 ma anche le aree problematiche in cui intervenire per correggere e intensificare, dove necessario, le attività a tutela degli habitat.
Ma Natura 2000 non è un’entità lontana, possiamo partecipare tutti per dare il nostro piccolo contributo: dalle gite agli acquisti nelle aree protette, fino alle attività di volontariato. L’importante è anche diffondere le informazioni sulle iniziative e i loro risultati. Ad esempio, lo sapevate che grazie a Natura 2000 i camosci negli Appennini sono diventati oltre 1.000? Una cifra che non si aveva da più di un secolo!
Se come me siete curiosi di sapere quante e quali sono le aree aderenti a Natura 2000 e più in generale cosa fa la Commissione per proteggere l’ambiente e la biodiversità potete visitare il sito.
Buona natura a tutti.
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